Mostra personale della tessitrice sarda Gabriella Bottaru.
L’antica tecnica della tessitura incontra l’arte.
A Spazio FoyEr arriva una mostra esclusiva per tematica e artista: la tessitrice sarda Gabriella Bottaru intreccia la tradizione isolana dei tessuti con le ispirazioni del decorativismo.
Non capita a tutti di ricevere in regalo un vecchio telaio dei primi del ‘900 ed è invece quello che è successo a Gabriella Bottaru circa 30 anni fa. Un dono inaspettato di una anziana ex collega, usato prima dalla madre e poi da lei, un oggetto già antico al momento del dono, progettato dall’Istituto Bacologico Padovano per favorire la tessitura della seta in casa. Inizia così la lunga storia di Gabriella Bottaru con la tessitura, grazie anche all’aiuto del marito Luigi Golin, esperto xilografo. Nella tessitura l’artista intreccia diverse ispirazioni, tra cui prima di tutte quella della tessitura sarda, terra d’origine di suo padre e costante riferimento artistico.
La tessitura in Sardegna è una delle esperienze artigiane più remote dell’isola, arte tipicamente femminile praticata da donne di ogni ceto sociale. Tra le tecniche più tipiche e riconoscibile quella dei pibiones (grani), ampiamente realizzata per i tappeti grazie alla sua residenza all’usura. Il materiale d’elezione era la lana grezza di pecora, lavorata fino a renderla un morbido filo e quindi intrecciata disegnando tra trama e ordito i disegni geometrici, le forme stilizzate e i colori diversi per ogni zona e ogni famiglia. Dopo lo studio di queste e altre tecniche di tessitura (tra cui anche quelle dell’America Latina), la collaborazione con Luigi Golin ha aperto la strada alle contaminazioni con l’arte dell’incisione e della stampa, fino ad arrivare alla personale e unica sintesi di perizia manuale e di creatività che oggi caratterizza l’arte di Bottaru.
Mantenendo ben saldi i principi tradizionali della tessitura sarda che ha studiato con rigore, nel suo percorso artistico ha affrontato tematiche personali e moderne, aprendosi alla più variegata sperimentazione. Le sue tessiture non si limitano alla mera realizzazione di tessuti, ma sono delle vere e proprie opere d'arte, ricche di profonda poetica e raffinato decorativismo. I suoi piccoli arazzi riproducono paesaggi, realizzati usando sottilissimi fili di seta lucida e opaca e arricchiti di inserti di fili metallici, sughero, acetato e altri materiali. Nello spazio dell’ormai ex garage di casa, adibito da anni a laboratorio artistico, Bottaru conserva i suoi telai (nel frattempo aumentati di numero), libri di tessitura e cataloghi di mostre: tutto il necessario per trovare e seguire le suggestioni creative.
Gabriella Bottaru: “Questi piccoli arazzi rappresentano i miei colori, le mie emozioni, i miei ricordi, sia che siano paesaggi reali, sia che siano movimenti di trame e di colori che danno libera interpretazione all’osservatore. Uso quasi sempre sete sottili che combinate insieme nei colori riescono a dare effetti di particolari sfumature, quasi a voler far giungere a chi li guarda i silenzi ed i profumi del mare o dei fiori o dell’erba dei campi, alberi solitari, case colorate caratteristiche della laguna veneta e leggere trasparenze. Altre volte, per pannelli più grandi, la trama è formata da lane o cotoni più spessi che fanno rilievo e forma a sinuosi movimenti che si trasformano in onde o colline. Nessun filo è posto a caso, ognuno è parte di un progetto quasi pittorico, per raccontare e trasmettere emozioni attraverso la trama e l’ordito.”
Gabriella Bottaru fa parte del “Gruppo per la tessitura a mano di Bassano del Grappa” ed è membro onorario della Women in Textile Art – Miami – Florida.
