Un viaggio nelle tecniche della calcografia, tra presenza e assenza
Prosegue nel segno del bianco e nero la stagione espositiva 2025 di Spazio FoyEr, lo spazio artistico di via Galilei a Trento da anni è attivo nella valorizzazione e la diffusione dell’arte e in particolare del mondo della stampa e della grafica.
“Tracce dell’invisibile” è la personale dell’artista e incisora Elisa Pellizzari, giovane docente di Tecniche Calcografiche Sperimentali a Torino, per la prima volta esposta in Trentino. La mostra riunisce una selezione di opere grafiche su carta e libri d’artista: una varietà di supporti e progetti accomunati dal linguaggio dell’incisione calcografica. Questa antica tecnica di stampa risale alla metà del 15esimo secolo, quando a Firenze un orafo per la prima volta utilizzò un procedimento inverso rispetto a quello della xilografia. Se nella stampa su legno (xilografia), la parte che viene inchiostrata e che lascia il segno sulla carta è quella rimasta in rilievo dopo il procedimento di incisione, nella calcografia il supporto è una lastra di metallo, zinco o rame, e a trasmettere l’inchiostro su carta è solo il metallo lasciato scoperto o esposto grazie all’incisione stessa.
Utilizzando questa antica tecnica in maniera innovativa, Elisa Pellizzari si avvale delle dinamiche del segno e del gesto, esplorando territori astratti e informali. L’illusione del movimento rappresenta un altro filo conduttore della mostra che, combinandosi a un marcato contrasto chiaroscurale, evoca atmosfere sospese tra tensione e mistero.
Il titolo “Tracce dell’invisibile” celebra questo equilibrio tra ciò che resta e ciò che muta, tra ciò che lascia una traccia e ciò che si dissolve. Le diverse tecniche di calcografia - la puntasecca che incide il metallo, l’acquaforte che corrode la lastra e molte altre - condividono la stessa poesia, invitando l’osservatore a scoprire uno per uno i segni incisi, cercando di ricostruire con il pensiero ciò che ad oggi è invisibile: il lungo processo di lavorazione della lastra, scavata, ricoperta di vernici e acidi, che ha portato alla stampa di un singolo tratto di inchiostro. Ogni foglio diventa così un invito alla discesa verso un'esplorazione interiore, un percorso attraverso segni e texture dove il visibile e l’invisibile si fondono e dove la materia rivela profondità nascoste.
Elisa Pellizzari (Arzignano, 1994) si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Verona nel 2017 e in Grafica d’arte presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino nel 2019. Grazie alla borsa di studio “M.L. Guaita” frequenta inoltre nel 2021 il corso di specializzazione in Incisione e Stampa d’arte presso la scuola internazionale “Il Bisonte” di Firenze. Prende parte continuativamente a esposizioni in Italia e all’estero, vincendo il premio allievi alla 16° ed. della rassegna Arte in Arti e Mestieri di Suzzara, il primo premio alla 27° ed. del Concorso Nazionale di Calcografia di Gorlago e il terzo premio alla XXXIII ed. del Premio Fibrenus “Carnello cArte ad Arte”. Esperienze per lei particolarmente rilevanti per il proseguimento della sua carriera artistica sono la residenza d’artista svolta presso il Ratamo Printmaking and Photography Centre a Jyväskylä, in Finlandia e la selezione al XVI Simposio di Grafica Contemporanea presso il Mark Rothko Art Centre di Daugavpils, Lettonia.
Ricerca attraverso i linguaggi dell’incisione, del disegno e del libro d’artista, focalizzandosi sull’esplorazione delle dinamiche del segno e del gesto intese come indagine e scavo interiore. Linea dopo linea rincorre il tentativo di definire l’invisibile, le ombre sfuggenti, gli intrecci di forza e la relazione tra contrasti. Ciò che sembra assumere un movimento, una propria vita e un proprio battito.
Attualmente vive e lavora a Torino. Oltre a proseguire la sua pratica artistica, è docente di Tecniche Calcografiche Sperimentali presso il Politecnico delle Arti di Bergamo e insegna discipline grafiche e pittoriche al Liceo Artistico “R. Cottini” di Torino.