Vincitrice del FIIC 2020, l’australiana Cleo Wilkinson ha fatto della maniera nera la sua maggiore espressione artistica. Una tecnica antica che richiede pazienza, dedizione e precisione e che costringe l’artista ad un lavoro quasi contraddittorio: creare il rilievo per poi eliminarlo, riportando la luce su un’immagine che altrimenti resterebbe intrappolata nelle più oscure profondità. È dunque un viaggio lungo e arduo quello che compie Cleo Wilkinson, esploratrice di zone di penombra e spazi ambigui, ogni volta che lavora a una lastra. Il suo interesse risiede infatti nel potere di evocare momenti inquietanti e sfuggenti attraverso sottili sfumature di speranza, espresse sotto forma di luce, che solo la ricchezza e i mezzitoni della maniera nera possono svelare.
Le circa trenta opere in mostra offrono un’ampia panoramica dei suoi lavori, con soggetti diversi che variano dal figura, al ritratto, alla natura morta.